Clarinetto

 

Docente: Prof. Croci Maurizio

Strumento aerofono di legno, con tubo cilindrico, padiglione svasato e ancia semplice. Il tubo è munito di fori, in parte liberi e in parte serviti da chiavi. Fu inventato (1690 ca.) da Johann Christoph Denner a Norimberga, e perfezionato da suo figlio Jacob, che ne ampliò il padiglione e ne allungò il canneggio. In seguito lo strumento venne perfezionato e radicalmente innovato con l’applicazione del sistema Böhm (1867).

Il clarinetto fu introdotto in orchestra dalla prestigiosa scuola di Mannheim, come strumento omogeneo alla famiglia dei legni e fu presto largamente impiegato per la sua capacità di amalgamarsi con altri strumenti. Come strumento solista fu ugualmente utilizzato in orchestra, specie dal romanticismo in poi, per le sue grandi proprietà coloristiche: basti ricordare i suoi interventi nel poetico secondo tempo dell’Incompiuta di Schubert, nella drammatica ouverture del Freischütz di Weber, nelle opere di Verdi e di Wagner, nelle composizioni sinfoniche di Debussy, Ravel, R. Strass, Stravinskij ecc.

La letteratura musicale che possiede è particolarmente vasta, sia nella versione solistica con orchestra (Stamitz, Mozart, Weber, Spohr, Busoni, Debussy, Milhaud ecc.), sia in quella cameristica con varie formazioni.

Nelle bande il clarinetto ha le funzioni del violino nell’orchestra. Nel jazz del periodo intorno al 1930 svolse il ruolo di principale strumento melodico, soprattutto nello “swing” di Benny Goodman; nel jazz moderno ha avuto grandi momenti da protagonista grazie ad artisti come Tony Scott, Buddy De Franco, Jimmy Giuffrè, che ne hanno confermato le peculiarità, con magiche improvvisazioni.

Nella musica popolare europea il clarinetto ha incontrato una notevole fortuna, specie nei Balcani e nell’Europa centrorientale, dove ha sostituito strumenti ad ancia di più antica origine.

La tecnica, altamente virtuosistica, è caratterizzata da vigorosi glissandi, da un notevole vibrato e da abbellimenti che giocano sul contrasto tra il registro grave e quello acuto.